Audio surround - l' Home Cinema (2a parte)
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AVDigitale
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Le connessioni, cavi e collgamenti vari. Spesso sono oggetti sottovalutati nella loro importanza verso la qualità audio e video e molti tendono a riparmiare euro su queste fondamentali componenti creando così colli di bottiglia nei loro sistemi H.T. Vediamo le diversità e le qualità che li differiscono.
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RCA, S-Video, Mini Jack o forse HDMI? Perché non DVI? Questi, e tanti altri, sono alcuni degli interrogativi che chi sbarca per la prima volta sui dolci lidi dell’Home Theater è chiamato a fronteggiare; con un po’ di pazienza, o anche solo per via di pratica, ogni problema verrà ridimensionato, ma possiamo comprendere i dubbi e le incertezze di colui che, alle prime armi, viene assalito da una selva oscura di sigle, acronimi, cavi, cavetti e connessioni audio/video. Ce la farà? Sicuramente, ma dal canto nostro, preferiamo dargli una mano…
Il problema, almeno in apparenza, sussiste: osservando il pannello posteriore di un amplificatore audio/video, di un display digitale o di un comune lettore DVD, si possono rilevare connettori diversi in quando a forma e funzione, dai più comuni RCA per l’audio e il video a sofisticati connettori HDMI in grado di trasportare in modo tutto digitale (senza alcuna nociva conversione ad analogico) sia l’audio che il video tra sorgenti, display e ricevitori compatibili.
Partiamo dalle connessioni: per trasferire il video dalla sorgente (che supponiamo essere il lettore DVD) al display ci sono diverse possibilità, ognuna delle quali con caratteristiche proprie e un certo livello qualitativo; quale usare dipende dalle possibilità offerte dal lettore DVD e dal display cui esso viene collegato. Di connessioni video ce ne sono molte: in ambito analogico citiamo lo sfortunato – e qualitativamente povero – videocomposito (tipico connettore RCA giallo), ma anche il migliore S-Video, poi il video component e l’RGB.
Al di sopra, si posizionano le connessioni video digitali, che non apportando alcuna modifica al segnale originario (quello del DVD Player), evitano
quella doppia conversione digitale/analogico e analogico/digitale che si realizza ogni qual volta la sorgente (DVD) e il display sono di natura digitale ma si sfrutta una connessione di tipo analogico. La cosa più importante, che bisogna sapere assolutamente, è che ognuna delle connessioni citate assicura un certo livello qualitativo: se S-Video è certamente meglio del videocomposito, il component li batte entrambi ma è qualitativamente inferiore – per esempio – a HDMI, che ha dalla sua il già citato trasferimento senza perdita.
Abbiamo parlato di “connessioni”; ci si potrebbe domandare se a ognuna corrisponda uno specifico tipo di cavo e connettore, e la risposta, purtroppo, sarebbe negativa: per fare un esempio, il segnale videocomposito può essere trasferito dal lettore DVD al display tramite un comune cavo RCA (il classico connettore di colore giallo), ma anche via Scart, mentre l’S-Video si adatta sia alla Scart che a un connettore Mini DIN da 4 poli (quello rotondo, molto comune nelle videocamere). Se poi passiamo al più pregiato RGB, dobbiamo considerare che esso “viaggia” senza problemi sulla Scart ma anche sul connettore VGA, quello tipico del PC.
Il mondo digitale oggi è conteso tra le connessioni DVI e HDMI, entrambe capaci di buone prestazioni e ottima qualità, la cui principale differenza riguarda la possibilità di veicolare anche l’audio, assente nella prima, cavallo di battaglia della seconda. Da notare che, comunque, DVI è la connessione digitale standard nel mondo informatico, mentre HDMI ha conquistato un posto al sole nel mercato dell’intrattenimento domestico.
Per l’audio la situazione è analoga, ma chiaramente più semplice: la distinzione fondame
ntale è tra segnale analogico e digitale, laddove il trasferimento del primo (per esempio dal lettore CD all’amplificatore, o dal DVD Player a un preamplificatore) si avvale quasi sempre di cavi RCA, mentre per il secondo ci sono diverse opzioni tra cui il Toslink (il classico “cavo ottico”), il digitale coassiale (che è anch’esso un RCA), il Firewire (quello usato comunemente per trasferire i filmati dalla videocamera DV al computer), HDMI e soluzioni proprietarie (come il Denon Link) che, a fronte di uno scopo comune, richiedono cavi e connettori diversi.
Il problema, almeno in apparenza, sussiste: osservando il pannello posteriore di un amplificatore audio/video, di un display digitale o di un comune lettore DVD, si possono rilevare connettori diversi in quando a forma e funzione, dai più comuni RCA per l’audio e il video a sofisticati connettori HDMI in grado di trasportare in modo tutto digitale (senza alcuna nociva conversione ad analogico) sia l’audio che il video tra sorgenti, display e ricevitori compatibili.
Partiamo dalle connessioni: per trasferire il video dalla sorgente (che supponiamo essere il lettore DVD) al display ci sono diverse possibilità, ognuna delle quali con caratteristiche proprie e un certo livello qualitativo; quale usare dipende dalle possibilità offerte dal lettore DVD e dal display cui esso viene collegato. Di connessioni video ce ne sono molte: in ambito analogico citiamo lo sfortunato – e qualitativamente povero – videocomposito (tipico connettore RCA giallo), ma anche il migliore S-Video, poi il video component e l’RGB.
Al di sopra, si posizionano le connessioni video digitali, che non apportando alcuna modifica al segnale originario (quello del DVD Player), evitano

Abbiamo parlato di “connessioni”; ci si potrebbe domandare se a ognuna corrisponda uno specifico tipo di cavo e connettore, e la risposta, purtroppo, sarebbe negativa: per fare un esempio, il segnale videocomposito può essere trasferito dal lettore DVD al display tramite un comune cavo RCA (il classico connettore di colore giallo), ma anche via Scart, mentre l’S-Video si adatta sia alla Scart che a un connettore Mini DIN da 4 poli (quello rotondo, molto comune nelle videocamere). Se poi passiamo al più pregiato RGB, dobbiamo considerare che esso “viaggia” senza problemi sulla Scart ma anche sul connettore VGA, quello tipico del PC.
Il mondo digitale oggi è conteso tra le connessioni DVI e HDMI, entrambe capaci di buone prestazioni e ottima qualità, la cui principale differenza riguarda la possibilità di veicolare anche l’audio, assente nella prima, cavallo di battaglia della seconda. Da notare che, comunque, DVI è la connessione digitale standard nel mondo informatico, mentre HDMI ha conquistato un posto al sole nel mercato dell’intrattenimento domestico.
Per l’audio la situazione è analoga, ma chiaramente più semplice: la distinzione fondame
giovedì, aprile 14, 2011 | 0 Comments
Audio surround - l' Home Cinema (1a parte)
Dalla fascetta di un DVD si possono ottenere importanti informazioni sull’audio utilizzato, sul numero di colonne sonore disponibili (il massimo accettato dallo standard è 8), sul tipo di traccia e codifica audio. Oggi il DVD non è più la massima espressione tecnologica: Blu-ray e HD DVD, assicurando uno spazio disponibile maggiore, possono ospitare audio multicanale non compresso e di qualità nettamente superiore. Ma DVD rimane comunque un prodotto da non sottovalutare, grazie all’utilizzo costante dell’audio multicanale, grazie a codifiche audio che, pur con perdita di dati (lossy), assicurano comunque una qualità tutt’altro che disprezzabile.
Le codifiche maggiormente utilizzate dai DVD sono Dolby Digital e DTS, entrambe capaci di superare i limiti della stereofonia spingendosi al 5.1 e oltre: per poterne usufruire è necessario un apposito decoder, che può essere integrato nel lettore DVD o nell’amplificatore AV. Se questo era un problema agli albori della tecnologia DVD, oggi tutti gli amplificatori intergrati per Home Cinema integrano un decoder Dolby Digital e DTS, rendendo di fatto inutile quello presente nel player.
Oltre alla codifica utilizzata bisogna prestare particolare attenzione al numero di canali utilizzati: le tracce audio dei film possono essere mono, stereo, stereo surround (i canali sono sempre due, sinistro e destro, ma un apposito decoder ne ricava anche un canale centrale e uno posteriore) e 5.1 (con sei canali totalmente indipendenti). Oltre il 5.1, che può essere Dolby Digital o DTS, esistono le codifiche “estese” (6.1), che richiedono un apposito decoder e un impianto con un congruo numero di canali e diffusori a disposizione: quella di Dolby si chiama Dolby Digital EX e aggiunge alla versione 5.1 un canale centrale posteriore, mentre quella di DTS si chiama DTS-ES e si suddivide in due versioni, Matrix e Discrete. La differenza riguarda proprio il canale centrale posteriore, il cui segnale viene ricavato da quello dei due posteriori nel DTS-ES Matrix (il principio di funzionamento è molto simile a quello del Dolby Pro-Logic) ed è invece totalmente indipendente dagli altri nella versione Discrete. HD DVD e Blu-ray Disc supportano poi le codifiche Dolby Digital Plus, Dolby TrueHD e DTS-HD, capaci di raggiungere l’imponente vetta dei 7.1 canali indipendenti.
Per naturali esigenze di compressione, le colonne sonore dei film sono trattate con appositi algoritmi che mirano a ridurre in modo consistente il “peso” dell’audio senza comprometterne la qualità sonora. Tra questi, il più diffuso in assoluto è il Dolby Digital, ma anche il DTS, una volta esclusiva di pochi e selezionati titoli, sta assumendo sempre maggiore importanza e diffusione. Altra possibilità è l’MPEG Multichannel, abbandonato da tempo, e il PCM (Pulse Code Modulation) non compresso, che assicura la massima qualità sonora ma è limitato alla stereofonia (nel DVD Video) e “pesa” parecchio in termini di banda (1.536 kbps) e spazio occupato su disco. Il formato PCM viene quindi usato soprattutto nei DVD musicali, laddove spesso c’è una sola traccia audio.
A causa dello spazio disponibile, nel DVD il formato video più comune è il Dolby Digital 5.1 con bitrate di 384 o 448 kbps, sensibilmente più “leggero” (ma anche di qualità leggermente inferiore) al DTS, disponibile in versione “half-rate” da 768 kbps e intera da 1.5 Mb/s. L’ipotesi del DTS “full-rate” è impiegata, per evidenti motivi di spazio e banda occupata, in una ristretta selezione di titoli. Il PCM stereo, come anticipato, è usato praticamente solo dai titoli musicali.

(fine 1a parte)
domenica, gennaio 02, 2011 | 0 Comments
Torna la radio Brionvega, web, DAB e iPhone
Torna la radio Brionvega, web, DAB e iPhone
Lo storico marchio italiano si riaffaccia sul mercato con una nuova radio che guarda al futuro, ma con la promessa di strizzare un occhio anche al passato.
La Radio TS 522 di Brionvega è stata oggetto di culto negli anni 60, e ha già rivissuto una seconda giovinezza gli anni scorsi grazie ad un restiling in chiave moderna che ne ha mantenuto inalterato l'antico fascino. Brionvega però è pronta a spingersi oltre, e ha convocato la stampa per il 7 Ottobre per il lancio della nuova Radiocubo.
Il design è ovviamente ancora ignoto (quello della foto è la versione attuale FM), ma l'invito parla di tecnologia dentro un design intramontabile quindi molto probabilmente avrà subito solo pochi ritocchi. La parola chiave però è tecnologia: la nuova Radiocubo sarà infatti un sistema audio completo con radio FM, radio internet, telecomando e anche tuner DAB/DAB+. Radiocubo strizza anche l'occhio al mondo Apple, con una docking iPod / iPhone. Restiamo quindi sintonizzati sul 7 di ottobre: riuscirà lo storico marchio a creare una terza versione full digital del famoso oggetto di culto?
domenica, gennaio 02, 2011 | 0 Comments
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